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Altamira

Regia di Hugh Hudson


Altamira, Spagna/U.K./Francia 2016,
con Antonio Banderas, Allegra Allen, Rupert Everett
Uscito in Spagna l’1 aprile 2016


 

Una locandina
Una locandina
(Link da: telefonicastudios.com.it)

Il film racconta come furono scoperte le pitture rupestri della grotta di Altamira e le sfortunate vicende di Marcelino Sanz, l’uomo che le scoprì.

Marcelino Sanz de Sautuola era un agiato possidente spagnolo, appassionato dilettante di scienze naturali, paleontologo e speleologo. Aveva già al suo attivo la scoperta e lo studio di alcune caverne della sua Cantabria quando nel 1879 tornò a esplorare una nuova grotta, che tempo addietro gli era stata segnalata da un suo mezzadro. Lo accompagnava la figlia María, che all’epoca aveva otto anni. Fu lei che si accorse che sul soffitto della grotta erano dipinte figure di animali e pronunciò le famose parole “¡Mira, papá! ¡Bueyes pintados!”.

Marcelino si rese conto della grande importanza del ritrovamento, che rivelava una insospettata complessità della cultura delle popolazioni del paleolitico, delle quali sino ad allora si conoscevano solo manufatti relativamente semplici.

La scoperta delle pitture rupestri di Altamira suscitò interesse ed entusiasmo nei circoli accademici spagnoli e francesi ma presto furono avanzati dubbi sulla datazione delle pitture o anche sulla loro autenticità.

María Sanz
María Sanz bambina
(Link da: upload.wikimedia.org)

Definitivo fu un rapporto del 1881 ispirato da un’alta autorità accademica, il francese Émile Cartailhac, che dichiarava che le pitture erano il frutto di una falsificazione.

Marcelino, amareggiato e umiliato per il disconoscimento e per l’accusa di falso, morì nel 1888.

Cartailhac pubblicò nel 1902 l’articolo La grotte d’Altamira, Espagne. “me culpa” d’un sceptique, una tardiva ritrattazione e autocritica in cui riconosceva l’autenticità delle pitture, peraltro già dimostrata da un altro archeologo francese sulla base di pitture rupestri analoghe a quelle di Altamira, nel frattempo scoperte in Francia.

Cartailhac, nello stesso anno 1902 visitò la famiglia di Marcelino Sanz e visionò personalmente la grotta di Altamira.

Ai tempi della riabilitazione era già morto anche il maggior sostenitore di Marcelino Sanz, il paleontologo madrileno Juan Vilanova y Piera.

Tutto questo appartiene alla storia ed è fedelmente rispecchiato nel film, che però, come sempre avviene, aggiunge fioriture e interpretazioni ideologiche.

 

 

Particolare della grotta di Altamira
Particolare della grotta di Altamira
(Link da: www.viajablog.com)

Alla figura di Marcelino (Antonio Banderas), razionalista ed entusiasta sostenitore del metodo scientifico, viene contrapposta la moglie María Concepción (Allegra Allen), una donna di cuore e di profonda fede cattolica, molto influenzata dal suo direttore spirituale (Rupert Everett), un monsignore che nel corso di tutto il film fa la parte del “cattivo”. Esponente di una Chiesa reazionaria e oscurantista, il prelato si dà molto da fare per boicottare e mettere in cattiva luce Marcelino, ricorrendo anche a calunnie costruite distorcendo le confidenze e i dubbi espressi dalla donna.

La coppia Marcelino-María Concepción è rappresentata, poco realisticamente, come una coppia “moderna” e paritaria (siamo nella Spagna del 1800!). Tra i due c’è amore e rispetto nonostante le divergenze ideologiche, ma ciò non impedisce che sorga un conflitto grave a causa del diverso atteggiamento religioso, soprattutto in rapporto all’educazione della figlia María.

Alla fine però María Concepción si rende conto della disonestà del suo direttore spirituale, comprende la grandezza d’animo del marito e sancisce la riconciliazione con lui chiedendo di vedere, per la prima volta, le pitture della discordia.

Più che di un’evoluzione personale della donna, si tratta in fondo di uno slittamento da un’autorità all’altra. Tra moglie e marito non ci può essere una vera intesa intellettuale. María Concepción non fa che spostare la sua fiducia da un maestro all’altro.

La figlia María appare invece come l’erede spirituale di Marcelino. È sveglia, osservatrice, molto pronta nel comprendere ciò che il padre le spiega. È lei la sua vera interlocutrice.

Questa figura di bisonte accovacciato ha dato
lo spunto per una bella animazione del film
Questa figura di bisonte accovacciato
ha dato lo spunto per una bella
animazione del film
(Link da: www.cantabriarural.com)

Prende corpo qui quasi un mito della figlia, che mi ricorda la posizione di certi padri di formazione laica che esaltano la figlia come “la donna nuova”, la donna che essi avrebbero sognato come compagna, a detrimento di una moglie cui si rimprovera l’attaccamento a valori tradizionali, nonché i gesti che fanno parte della fatica del vivere e del mantenere complesse relazioni familiari.

Il conflitto con la Chiesa è rappresentato in modo semplicistico: il padre spirituale di María Concepción è caricaturalmente malvagio e la sua violenza dottrinale finisce con l’apparire come una sua mania personale, indipendente dall’atteggiamento della Chiesa come istituzione, la quale viene “assolta” nel film quando Cartailhac, nella sua visita di riparazione alla famiglia, è accompagnato da un prete illuminato e bonaccione.

Più interessante e complessa risulta invece la rappresentazione del dogmatismo che può essere presente in un ambiente scientifico-accademico che si dedica, in teoria, alla ricerca della verità sulla base di un esame rigoroso dei fatti.

Prescindendo da certe deformazioni soggettive, il film può avere un buon valore didattico per iniziare alla conoscenza delle pitture rupestri di Altamira. Le scene nella grotta, ovviamente, non sono state girate nella grotta di Altamira, da tempo chiusa al pubblico e accessibile solo a una stretta cerchia di studiosi. Lo stesso Antonio Banderas, invitato “honoris causa” a visitarla, ha declinato l’invito per rispetto verso gli archeologi ai quali è negato l’accesso.

Buoni gli effetti speciali che “animano” i bisonti dipinti per rappresentare le inquietudini della piccola María.

g.r.

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